02/03/10

La flora madonita di grande interesse applicativo


Ampelodesmos mauritanicus (Poiret) Dur. et Sch.
Nome comune: Tagliamani; “disa” Famiglia: Poaceae

L’Ampelodesma è una erbacea perenne formante dei densi cespugli alti fino a 2 m, costituiti da culmi eretti e foglie a lamina piana, mineralizzata. Da questa caratteristica deriva il nome comune di tagliamani, poiché le pareti delle cellule epidermiche sono impregnate di silice per cui le foglie presentano un margine rigido e tagliente. Ciò costituisce un importante mezzo di difesa nei confronti del pascolo, in quanto la foglia ed i culmi risultano inappetibili agli animali. Inoltre, il silicio conferisce una certa lucidità, soprattutto nella parte superiore della foglia, che facilita la riflessione della luce proteggendola da un’eccessiva irradianza, che porterebbe ad un surriscaldamento della superficie fogliare con conseguente aumento dell’evapotraspirazione.

L’apparato radicale è costituito da un corto rizoma e da radici fascicolate che si spingono fino a 2 m di profondità, e riescono a trattenere una notevole massa di terreno, risultando così particolarmente efficiente nella stabilizzazione di pendii e scarpate stradali.
Inoltre i cespi reagiscono bene al passaggio del fuoco, emettendo nuove foglie dopo appena 10 giorni dall’incendio.
Ciò fa si che dopo pochi mesi l’area sia nuovamente rinaturata diminuendo di conseguenza il rischio di frane, molto frequenti nelle aree percorse dal fuoco.
L’ampelodesma è una specie stenomediterranea Sud-Occidentale, generalmente diffusa su pendii argillosi non eccessivamente aridi. Durante la nostra attività di censimento è stata rinvenuta sia su substrati carbonatici che silicei, da 0 a 1200 m. s.l.m., in particolare all’interno di boschi a prevalenza di querce caducifoglie; popolamenti artificiali; macchie, boscaglie e boschi molto degradati; vegetazione dei coltivi abbandonati, praterie, garighe e arbusteti di media e bassa quota; vegetazione delle aree di cava e delle discariche.
Tradizionalmente le foglie, precedentemente trattate, venivano utilizzate per legare le viti, per fare lavori d'intreccio e cordami.

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