Durante l’inverno, anche nel territorio madonita (come, del resto, in tutta Italia), i molteplici eventi meteorologici di notevole intensità, hanno messo in evidenza la fragilità del sistema suolo-soprassuolo.
Il degrado territoriale e il dissesto idrogeologico da essi causato meritano l’attenzione di coloro che operano per la tutela dell’ambiente mediante l’attuazione di interventi di manutenzione, controllo e sistemazione del territorio realizzando opere ecocompatibili che mantengano il grado di naturalità dell’ecosistema su cui agiscono.
Operando in questo modo si avrebbero notevoli benefici nella riduzione del danno in caso di eventi eccezionali e non per questo irripetibili.
Tra le attività di prevenzione dei dissesti e per la sistemazione e il recupero del territorio è possibile utilizzare le tecniche di Ingegneria Naturalistica.
L’Ingegneria Naturalistica è una disciplina tecnica che si basa sull’utilizzo di piante vive o parti di esse (semi, radici, talee), anche in abbinamento con altri materiali (pietrame, reti metalliche, biostuoie, geotessuti, ecc.) negli interventi antierosivi e di consolidamento, cercando di ridurre l’impatto ambientale.
I campi di applicazione sono molteplici e spaziano dal consolidamento di versanti e frane alle sistemazioni idrauliche di lame, gravine e corsi d’acqua, dall’inserimento ambientale delle infrastrutture viarie al recupero di cave e discariche, dal consolidamento dei sistemi dunali al verde urbano.
I processi per i quali la natura impiega forse 100 anni, vengono accorciati; di conseguenza i tempi dell’insediamento vegetazionale e del consolidamento diminuiscono, migliorano le caratteristiche stazionali e si accelerano i processi della successione naturale.
E' importante però evidenziare come ogni opera di Ingegneria Naturalistica, proprio perché realizzata con materiali naturali, necessiti di controlli e manutenzione periodica (sfalcio della copertura erbosa, potatura delle piante arboree), comportando un automatico incremento dei costi. L'eventuale impiego del cemento deve essere limitato allo stretto indispensabile e comunque in modo tale da permettere la diffusione dell'apparato radicale al fine di consolidare e rinforzare il terreno tramite l'intreccio delle radici che formano una rete in grado di trattenere una notevole quantità di terreno.
Ovviamente l’Ingegneria Naturalistica non deve essere considerata in contrasto con le abituali tecniche di intervento, ma se ben integrata ad esse può migliorarne l’impatto visivo; inoltre la necessità di manutenzione potrebbe rappresentare un’eventuale fonte di impiego per gli operai del luogo.
Il degrado territoriale e il dissesto idrogeologico da essi causato meritano l’attenzione di coloro che operano per la tutela dell’ambiente mediante l’attuazione di interventi di manutenzione, controllo e sistemazione del territorio realizzando opere ecocompatibili che mantengano il grado di naturalità dell’ecosistema su cui agiscono.
Operando in questo modo si avrebbero notevoli benefici nella riduzione del danno in caso di eventi eccezionali e non per questo irripetibili.
Tra le attività di prevenzione dei dissesti e per la sistemazione e il recupero del territorio è possibile utilizzare le tecniche di Ingegneria Naturalistica.
L’Ingegneria Naturalistica è una disciplina tecnica che si basa sull’utilizzo di piante vive o parti di esse (semi, radici, talee), anche in abbinamento con altri materiali (pietrame, reti metalliche, biostuoie, geotessuti, ecc.) negli interventi antierosivi e di consolidamento, cercando di ridurre l’impatto ambientale.
I campi di applicazione sono molteplici e spaziano dal consolidamento di versanti e frane alle sistemazioni idrauliche di lame, gravine e corsi d’acqua, dall’inserimento ambientale delle infrastrutture viarie al recupero di cave e discariche, dal consolidamento dei sistemi dunali al verde urbano.
I processi per i quali la natura impiega forse 100 anni, vengono accorciati; di conseguenza i tempi dell’insediamento vegetazionale e del consolidamento diminuiscono, migliorano le caratteristiche stazionali e si accelerano i processi della successione naturale.
E' importante però evidenziare come ogni opera di Ingegneria Naturalistica, proprio perché realizzata con materiali naturali, necessiti di controlli e manutenzione periodica (sfalcio della copertura erbosa, potatura delle piante arboree), comportando un automatico incremento dei costi. L'eventuale impiego del cemento deve essere limitato allo stretto indispensabile e comunque in modo tale da permettere la diffusione dell'apparato radicale al fine di consolidare e rinforzare il terreno tramite l'intreccio delle radici che formano una rete in grado di trattenere una notevole quantità di terreno.
Ovviamente l’Ingegneria Naturalistica non deve essere considerata in contrasto con le abituali tecniche di intervento, ma se ben integrata ad esse può migliorarne l’impatto visivo; inoltre la necessità di manutenzione potrebbe rappresentare un’eventuale fonte di impiego per gli operai del luogo.
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